Descrizione
Non è dato a tutti uscire indenni dalle esperienze radicali della vita in cui un evento, una passione, una confessione, una rivelazione inaspettata, ci pongono davanti a un’intensità tale da esigere la più nuda verità su noi stessi e sul nostro mondo. Quattro persone entrarono nel Pardès, nel giardino dell’Eden, è scritto nel Talmud, ma soltanto una ne uscì incolume. Le vie dell’Eden, infatti, dove maturano i frutti più preziosi della vita, sono lastricate di pericoli. Lo sa bene Omri, il musicista che, nelle prime pagine di quest’opera, deve trovare il modo di confessare l’inconfessabile. Incalzato dal proprio avvocato, affida alla pagina la terribile vicenda che lo vede coinvolto. Tutto ha avuto inizio con il necrologio di un uomo con cui ha trascorso insieme a La Paz soltanto qualche ora. Nel trafiletto sotto la foto si dice che Ronen Amirov, turista israeliano di ventotto anni, è rimasto ucciso in un incidente sulla «Strada della Morte», in Bolivia, mentre era in luna di miele. Ma quando Omri parte per andare in visita alla famiglia di Ronen riunita per la shivah, la settimana di lutto stretto, non lo fa per onorare il defunto, bensì per rivedere Mor Amirov, la moglie di Ronen. A cercare sollievo nella confessione è anche il dottor Asher Caro, attempato primario che, d’un tratto, prova uno strano interessamento per una giovane specializzanda, Liat Ben Abu. Che il segreto gelosamente custodito dall’uomo per lunghi anni abbia qualcosa a che fare con l’impulso irrefrenabile che Liat risveglia in lui, ovvero quello di proteggerla da chiunque osi ferirla?